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Noia
Puntata 5 · 26 aprile 2022
Su YouTube, le curve che registrano l’attenzione del pubblico danno informazioni chiare: i video illusionistici funzionano se sono brevi, fortemente visuali e muti; quando la magia si accompagna a un aneddoto, un retroscena o un ragionamento sottile, la curva che scende indica la noia che sale. Gli stessi vincoli diventano affilate ghigliottine quando ci si esibisce in TV: il tempo è denaro, signoramia, e lo spot del prosciutto preme per andare in onda. In questa puntata K-assandra trova in Epistemologia ruminante (2015) di Lucrecia Masson una via d’uscita dai tempi imposti dal Mercato. Invece di trarre spunto dalle curve di YouTube, K-assandra guarda a quelle morbide e burrose di una mucca, sfidandoci a immaginare un’illusionismo che vede al di là degli sterili orizzonti commerciali. Forse è l’ora di concepire una magia ruminante. Chi rumina, infatti, “fracassa le logiche di produttività e velocità e qui sta la sua resistenza. Sa che nella lentezza c’è qualcosa di piacevole che ci salva. Il ruminante ha un ritmo e ritualizza il suo ritmo.” Nel nuovo ritmo dell’illusionista ruminante c’è spazio (ma soprattutto tempo) per l’erranza annoiata, perché solo il vagabondaggio più svagato apre le porte all’inaspettato, al guizzo creativo e allo spiazzamento che incanta e ispira. La magia ruminante muove dal rifiuto delle logiche del Capitale, dove “Tutto è controllato, regolamentato, indirizzato, guidato, orientato, tutto è predetto come da un algoritmo che decide tutti i passaggi della tua vita. [...] Nessuno si perde, nessuno sbaglia, mentre perdersi, vagare, errare sono esperienze così fondamentali perché hanno creato la stessa soggettività umana nei millenni. Siamo fatti per perderci. Se non ti perdi, non impari. Ma non ci perdiamo più perché usiamo solo Google Maps per muoverci.” Perdere tempo conviene perché - come canta Kesha in chiusura - memento mori (“we’re gonna die young”).
Chi c’è dietro K-assandra?
Ludovica Perina Laureata a Napoli con una tesi sulla decolonizzazione della questione meridionale, ha studiato a SOAS - University of London, occupandosi di studi culturali, postcoloniali e queer theory. Ha portato avanti ricerche sul rapporto tra salute mentale e capitalismo e ne ha fatto un podcast perché da grande vuole fare la RADIO. Lavora in percorsi di fuoriuscita dalla violenza di genere.
Luca Piccolboni si diletta nella produzione musicale e nella ricerca di un’inesistente Io artistico. Laureato in scienze cognitive, si interessa di etnopischiatria e psicoimmunologia, in particolare nell’ottica di depatologizzare e rinnovare l’approcio alla cura della mente. Porta avanti un percorso di decostruzione del maschile.
Per contatti, scrivi a k.assandra.podcast@gmail.com
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